vai al sito ufficiale

Vai al sito ufficiale

Come si diventa scrittori oggi?

Quali sono i percorsi personali degli autori, quali le professionalità coinvolte nella produzione libraria, quali le opportunità e i trabocchetti.

Una video intervista di 5 minuti in streaming sulla prima web-tv in onda su Internet 24 ore al giorno, per guardare ascoltare e conoscere i protagonisti
della produzione letteraria contemporanea.


Guidaci alla lettura di un tuo libro ....

Guidaci alla lettura di un tuo libro:
Non lo farò, preferisco che un lettore lo consideri il suo libro, quando faccio le presentazioni sono molto più curioso di scoprire che libro hanno letto piuttosto che ansioso di dare punti di riferimento certi. Se il lettore ha bisogno di una guida evidentemente lo scrittore non ha lavorato bene. Ma mi rendo conto che è un obiettivo eccessivamente arduo: cerco di scrivere i miei romanzi in modo tale che ogni lettore possa leggerli soddisfacentemente con gli strumenti che ha a disposizione. Si può tentare di allargare il raggio al massimo, ma non si può pretendere di attraversare proprio tutti, fidatevi: non succede nemmeno ai libri che vendono milioni di copie, nel mondo siamo miliardi.

“Quando ho avuto il coraggio per farlo sono diventato scrittore”; “L’ispirazione non esiste, è strettamente collegata a quello che si sa”; “per dieci anni sono stato un poverissimo scrittore e ho continuato a scrivere perchè, per male che mi andasse, quella era la mia bombola di ossigeno. Poi un giorno un luminare dell'apparato respiratorio ha scoperto un'operazione che mi ha liberato dalla bombola d'ossigeno e mi ha permesso di respirare. Il problema non cambia, rimane un problema di sopravvivenza. Dipende solo se con la bombola d'ossigeno o senza" Marcello Fois

martedì 21 febbraio 2012

Prima di rientrare nel quadro incerto del domani

Allo scoccare della mezzanotte dal lunedì al venerdì Radio3Suite, in collaborazione con Battiti, propone Il Sogno di mezzanotte trasportando gli ascoltatori in mondi dove tutto è possibile. Si potrà volare e camminare sulle nuvole, viaggiare nello spazio e nel tempo, trasformarsi in creature mostruose, diventare ricchi, precipitare nel vuoto, sposare il principe azzurro, vendicarsi del proprio nemico, essere magri se si è grassi e viceversa, suonare divinamente uno strumento, incarnarsi in un pilota di formula Uno, parlare tutte le lingue del mondo.

Il racconto di Marcello Fois letto da Roberto Latini


Prima di rientrare nel quadro incerto del domani, prima di lasciarsi rapire dall'imboscata del bacio mattutino. Prima che ogni aspettativa sia definitivamente violata dalla vita...
Quanti, e quali, pensieri produca questa violazione non è dato di saperlo, che rimpianto, solitudine, felicità, amore, Amore, non sono nient'altro che colpi di luce e ombra nell'assetto mozartiano di una natura troppo viva per bastare a se stessa, e già morta sulla tela.
Qui, in questo sonno insieme, non c'è posto per la stabilità formale: da qualunque parte si voglia considerare l'immagine che di noi ci siamo fatti, da qualunque parte, dicevo, non c'è che una prospettiva di riposo.
Il movimento ormai è solo l'illusione vibrante di un oggetto baciato dalla luce.
Solo un'assurda resa di fronte ad un destino in fieri che non ha un nome, e, se mai l'avesse, non sarebbe nominabile. Il mistero del riflesso, il contrasto fra dicibile e indicibile.
Ancora dormiamo abbracciati, proprio come da ragazzi la prima volta che abbiamo dormito insieme. Messi in posa sul letto, come frutti maturi sulla tovaglia ricamata. Disordinati, con tutta la vita addosso come in una natura morta di Cezanne.
Cezanne!
E quello che avrebbe voluto dire dal silenzio della cattività provenzale. E ancora le forme buttate lì sul tavolo, fra le pieghe di una tovaglia finemente ricamata. Il cilindro, la sfera. Come noi che ancora, disordinati, fra le pieghe di lenzuola candide si dorme abbracciati. La sfera e l'ellisse.
L'amaro dell'adagio.
Cezanne dunque che strazia il bianco con la tavolozza dimessa di frutti autunnali. Come noi nel nostro particolare autunno. C'è un silenzio compatto, come una pausa infinita. Ah, Paul, che autunno! Tutte le stagioni consumate in una stagione.
Cezanne innanzitutto! Che prende il ritmo e attacca a dipingere col sostegno degli archi pizzicati. Nell'impulso che parrebbe estivo, ma racconta un tempo trattenuto, un tempo conservato nei melograni. Che vorrebbe produrre un'intrinseca realtà, nel vero delle foglie, ma finisce per raccontare la fatica del ricamo. La tovaglia ricamata appunto, le pieghe della stiratura. Come noi sopravvissuti insieme al travaglio della giovinezza, al silenzio della maturità.
E già è lontano il vecchio Paul. Resta il colore, questo sì: giallo, arancio, rosso, verde, esplodono dall'ombra catramosa sostenuti dal bianco.
Un telo sulla tela quella leziosa tovaglietta. Come leziose sono state le strategie per incontrarci, quando ancora ci illudevamo che amarci dipendesse da noi.
Tela candida. Un pezzo del corredo di una zitella sciropposa che ricama a reticello sospirando "che non si sa mai". E che, ricamando, dipinge il tessuto col pennello perforante dell'ago. Dimessa, concentrata: nell'autunno della speranza. Ah, sospiri e qualche lacrima, per l'amore morto in guerra, per l'amante fedifrago, per il tempo che passa. Che attese, tutto il tempo passato in un attimo, davanti alla finestra ad accecarsi per l'orlo a giorno. E la stiratura? Il telo inamidato, inumidito e ben piegato. Per contrastare la luce piena e sedurre l'ombra piena. Per lo spessore del bianco. E' il potere della tenebra che, infilandosi fra il turgore delle frutta, ne strazia il candore come lama di coltello.
Ah, sospiri e lacrime per la tavola imbandita degli autunni!
Per l'assolo della viola.
E si vive nel contrasto, e si diventa schiavi dei contrari.
Un ritmo interno, frenetico, un affastellarsi di note, una folla di pensieri; versus la statica, febbrile, concentrazione della ricamatrice; versus il lucore degli agrumi; versus il sorriso sanguinario del melograno spezzato; versus la sinuosità posata del peperoncino.
Un adagio, un pianissimo mozartiano, per l'autunno della vita breve.
Ah, il battito danzante dei secondi che mastica l'aspro delle attese.
E quella solitudine di frutta!
E la pendola che batte.
Voglio dormirti accanto, respirarti sul collo ancora e ancora. Ancora voglio farti quel giuramento che tu puoi percepire con chiarezza solo ora, prima di rientrare nel quadro incerto del domani, prima che ogni aspettativa sia definitivamente violata dalla vita: veniamo da dove veniamo, abbiamo tutti un segreto, siamo la fronda e il tronco, siamo la foglia e il fiore insieme, siamo terra e radici, insieme, e, insieme, non saremo più niente di tutto questo.


Per ascoltare e scaricare il programma:


IL SOGNO DI MEZZANOTTE del 15-02-2012:_Prima di rientrare nel quadro incerto del domani

Nessun commento:

archivio

grazie della visita

Ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n.62, il presente Blog, non rappresenta una testata giornalistica in quanto sarà aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale. Le immagini qui inserite sono tratte in massima parte da Internet; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo e saranno subito rimosse.
Grazie.