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Come si diventa scrittori oggi?

Quali sono i percorsi personali degli autori, quali le professionalità coinvolte nella produzione libraria, quali le opportunità e i trabocchetti.

Una video intervista di 5 minuti in streaming sulla prima web-tv in onda su Internet 24 ore al giorno, per guardare ascoltare e conoscere i protagonisti
della produzione letteraria contemporanea.


Guidaci alla lettura di un tuo libro ....

Guidaci alla lettura di un tuo libro:
Non lo farò, preferisco che un lettore lo consideri il suo libro, quando faccio le presentazioni sono molto più curioso di scoprire che libro hanno letto piuttosto che ansioso di dare punti di riferimento certi. Se il lettore ha bisogno di una guida evidentemente lo scrittore non ha lavorato bene. Ma mi rendo conto che è un obiettivo eccessivamente arduo: cerco di scrivere i miei romanzi in modo tale che ogni lettore possa leggerli soddisfacentemente con gli strumenti che ha a disposizione. Si può tentare di allargare il raggio al massimo, ma non si può pretendere di attraversare proprio tutti, fidatevi: non succede nemmeno ai libri che vendono milioni di copie, nel mondo siamo miliardi.

“Quando ho avuto il coraggio per farlo sono diventato scrittore”; “L’ispirazione non esiste, è strettamente collegata a quello che si sa”; “per dieci anni sono stato un poverissimo scrittore e ho continuato a scrivere perchè, per male che mi andasse, quella era la mia bombola di ossigeno. Poi un giorno un luminare dell'apparato respiratorio ha scoperto un'operazione che mi ha liberato dalla bombola d'ossigeno e mi ha permesso di respirare. Il problema non cambia, rimane un problema di sopravvivenza. Dipende solo se con la bombola d'ossigeno o senza" Marcello Fois

lunedì 10 dicembre 2007

Progetto "Nero"

Un viaggio fin dentro il buco nero di una miniera, un percorso iniziato tra traghetti che portano in continente perché «quando si parte non si torna più, quando si nasce non si può andar via». Nero (Casa del Jazz, Roma 6 dicembre) ha visto intrecciarsi le parole scritte e narrate da Marcello Fois, il sax soprano e la voce di Gavino Murgia, il pianoforte e la fisarmonica di Antonello Salis, ultimo episodio di un trittico sonoro opportunamente dedicato al musicista di Villamar (4 piano solo; 5 duo con il trombettista Fabrizio Bosso).
<< “Nero” nasce dal progetto fotografico omonimo di Lorenzo Castore, che mi chiese un testo per una mostra che stava organizzando a Carbonia su una serie di scatti nelle Miniere del Sulcis. Quel testo è parte integrante di questa performance per voce e musica che riguarda sostanzialmente una riflessione sul concetto di radici senza folclore, di passato senza nostalgia, di memoria senza retorica. Un bivio davanti al quale prima o poi si trovano gli isolani di tutto il mondo>>.“E’ nero. Una neritudine di nulla nulla. Una nerezza appena stemperata dal lume. Quella volta sono rinato sputando dal catino nero delle pece greca. A volte si rinasceva nella zona delle docce, dove uomini fatti si sfregavano via la fuliggine dalla schiena,come vecchi cani mansueti, leccandosi a vicenda con lingue di stracci”.

Così Marcello Fois scrive, ispirandosi alle foto di Lorenzo Castore, autore della mostra “Nero” nel testo “L’ultima volta che sono rinato”, contenuto nel foto-book edito da Federico Motta. Sullo scorrere delle foto videoproiettate, la voce narrante dello stesso Marcello Fois, la musica di Antonello Salis e Gavino Murgia creano un’alchimia di rara eleganza e impareggiabile bellezza, spostando i confini del tempo e giocando a ritroso, attraverso le note dei loro strumenti, con i ricordi e la memoria di chi, nel sud-ovest sardo o in altre zone, ha vissuto la miniera.Una fascinazione graffiante, quasi onirica, da leggersi tanto nelle parole di Marcello Fois, che con rabbia ci trascina nel ventre della terra, nel”nero”, alla (ri)scoperta del mestiere duro, durissimo del minatore, quanto nelle immagini di Lorenzo Castore che, spesso, immortala i visi di tanti, sconfitti e allo stesso tempo mai domi, dalla fatica di un lavoro che minaccia di morte e precarietà. Le musiche del duo Salis-Murgia “rocciose” nel nome del minerale, che in questo spettacolo tutto unisce, rendono ancora più evocativa l’atmosfera, attraverso una pluralità di espressioni sonore legate all’incontro con i suoni del sottosuolo e ci conducono in un viaggio introspettivo per svelare a noi stessi,cosa siamo diventati,quali sogni si sono persi per strada,cosa si è fatto delle proprie giovinezze,esistenze,speranze,delle proprie battaglie ideali.



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